Portello, Massimo Vitali: “Fondazione Fiera vìola i patti Il Comune fa gossip”.

Il presidente del gruppo Vitali: “Forse l’ente di Largo Domodossola vuol far posto ad altri. Ecco perché li porto in tribunale: Sindaco e assessore in faccia non mi hanno mai detto certe cose”.

di GIAMBATTISTA ANASTASIO

Un’immagine del progetto col quale il gruppo Vitali ha ottenuto l’area  dopo il ritiro del Milan

Un’immagine del progetto col quale il gruppo Vitali ha ottenuto l’area dopo il ritiro del Milan.

Milano, 27 aprile 2017 – Ci sarebbe una data spartiacque nella storia, tormentata e irrisolta, dell’iter per la riqualificazione del Portello: «A far tempo dal settembre 2016, Fondazione Fiera, cominciava a mutare atteggiamento fino a porsi in aperta violazione di numerose disposizioni contrattuali (…). L’ostracismo della controparte finiva per manifestarsi in un cristallino rifiuto di adempiere il contratto sulla base di un asserito disfavore manifestato dal Comune nei confronti del progetto». La data spartiacque, non si fosse capito, è settembre 2016. E quelli appena riportati sono stralci dell’atto di citazione depositato in tribunale dai legali della Vitali Spa contro Fondazione Fiera Milano (FFM). Trentatré pagine nelle quali si sottolinea il progressivo venir meno della «buona fede» nei rapporti tra le parti, 33 pagine percorse da una tesi: «A un tratto Fondazione – spiega Massimo Vitali, presidente della Spa – ha deciso di non proseguir con noi e ha iniziato a fare ostruzione».

Vitali, lei sospetta che Fondazione volesse mettervi nella condizione di risultare inadempienti?

«Sono loro ad essere inadempienti. Sono loro a non aver rispettato gli accordi. Siamo noi a citare in tribunale la Fondazione per inadempienze. La citazione presentata per prima dalla stessa Fondazione contro di noi si basa, invece, sulla previsione che lo “Studio di coordinamento progettuale unitario” (Scpu) non sarà mai approvato dal Comune e per questo è destituita di fondamento, è una citazione illogica e pretestuosa».

Che al Comune il vostro progetto non piaccia pare un dato di fatto. L’hanno detto il sindaco Giuseppe Sala, prima, e l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran, poi.

«Il Comune non ha mai prodotto alcun documento dal quale si possa evincere quanto sostenuto da Fondazione Fiera. Il 5 maggio 2016 la Commissione Paesaggio del Comune ha espresso, le leggo l’atto, “parere sostanzialmente positivo” e il 30 gennaio 2017 gli uffici dell’Urbanistica ci hanno chiesto integrazioni. Noi abbiamo risposto il 15 febbraio e l’8 marzo c’è stata una riunione con l’assessore Maran alla quale FFM ha chiesto di partecipare tramite il direttore generale Paolo Lombardi. Da settembre a marzo c’è stato un buco nelle riunioni, sono state sempre meno nonostante l’iter stesse entrando nel vivo. Col presidente Gorno Tempini ci siamo visti solo ad ottobre per 30 minuti: chiaro che non vogliano andare avanti».

Nella riunione dell’8 marzo dal Comune non le hanno rappresentato la richiesta di rivedere le 5 palazzine?

«No. Su questo punto il Comune ha fatto solo gossip. A me, negli incontri avuti di persona, né il sindaco né l’assessore hanno mai detto nulla sulle cinque palazzine».

Perché ritenete che Fondazione Fiera sia inadempiente?

«Il preliminare sottoscritto a febbraio 2016 con FFM per il diritto di superficie sull’area poneva, tra le altre, una condizione precisa per l’approdo al contratto definitivo, una condizione fiscale: l’esito positivo della procedura di interpello avanzata da FFM all’Agenzia delle Entrate. L’interpello è un atto col quale si disciplina quante tasse si devono pagare su una compravendita e con quale cadenza. Fondazione presenta l’interpello il 19 febbraio 2016, l’Agenzia chiede integrazioni a maggio 2016 e dà alla Fondazione 60 giorni di tempo per inviarle. Fondazione risponderà solo a fine novembre 2016 e in modo contraddittorio. L’Agenzia conclude la pratica con esito negativo. Ma il preliminare siglato tra noi e FFM prevedeva che, in caso di esito negativo, si attivasse una riparazione. Abbiamo allora proposto a FFM una rimodulazione del contratto per il diritto di superficie, di divederlo in tre tranche da 15 anni anziché un’unica tranche da 50. Poi abbiamo proposto di anticipare dal quarto al primo anno la cessione dell’hotel che il bando sul Portello chiede di costruire. Niente, FFM ci ha sempre risposto picche nonostante il preliminare prevedesse che si dovesse trovare una soluzione. Questa è la prima ragione di inadempienza contestata in tribunale a FFM, che ha voluto sviare l’Agenzia delle Entrate per ottenere parere negativo e bloccare l’iter».

Questione oneri di urbanizzazione?

«Abbiamo proposto a FFM una soluzione che consentirebbe alla stessa di risparmiare 11 milioni di euro sui 20 che dovrebbe pagare solo per gli oneri standard. Proposta rifiutata. Il motivo? Non si sa».

È vero che non avete ancora tirato fuori un euro di canone per il diritto di superficie?

«Il termine a partire dal quale parte il pagamento del canone è l’approvazione in Comune dello Scpu: lo prevede, ancora, il preliminare di febbraio 2016. Il documento non è ancora stato approvato ma la nostra titolarità sull’area non viene meno per l’assenza dello Scpu. Persiste in forza del preliminare di febbraio 2016. Lo Scpu non è una conditio sine qua non ma solo, ripeto, un termine. Ed è un documento che non può non arrivare ad approvazione perché il Comune ha una discrezionalità limitata. A maggior ragione se si tiene conto che “Milano Alta” non richiede varianti urbanistiche al Pgt o di altro tipo. È FFM che non vuole trovare l’accordo, che sta tardando nel rispondere alla richiesta di integrazioni avanzata dal Comune il 30 gennaio 2017. Salvo poi scrivere nell’atto col quale ci cita in giudizio che “il Comune appare più che restio ad approvare il progetto Milano Alta e che ci troviamo quindi davanti a una situazione irrisolvibile”: FFM sta chiaramente dicendo che non vuole adempiere al contratto. Questo è un altro motivo di inadempienza da parte loro».

Che interesse avrebbe FFM a bloccare l’iter?

«Non so. Ho letto dell’interesse di altri investitori per l’area. Forse la risposta sta lì. A luglio 2016 abbiamo presentato a FFM un contratto con Urban Vision per dare il via ad affissioni pubblicitarie sul padiglione 1-2, un contratto che a FFM avrebbe fruttato 550mila euro all’anno. Ma in largo Domodossola hanno preferito non dar corso nemmeno a quel contratto, perdere quei soldi. Altro motivo di inadempienza citato nel nostro esposto. A me non pare un atteggiamento normale».

Non resta che aspettare l’esito del contenzioso. O approdare a una soluzione amichevole.

«Noi possiamo andare avanti anche da soli, il preliminare di febbraio 2016 ci dà la titolarità dell’area e il contenzioso non la estingue fino a sentenza contraria. Quel preliminare è blindato, non concede a Fondazione vie d’uscita, Fondazione non può sfilarsi».

Ma il Comune chiede che lo Scpu sia sottoscritto «congiuntamente» ed entro l’1 maggio.

2 pensieri su “Portello, Massimo Vitali: “Fondazione Fiera vìola i patti Il Comune fa gossip”.

  1. Volevo segnalare un’inesattezza: quello nella foto non è il progetto col quale il gruppo Vitali ha ottenuto l’area dopo il ritiro del Milan, bensì quello presentato in seguito; quello originario lo potete vedere qui
    http://www.parcovittoriamilano.it/news/136/Milano%20Alta,%20il%20progetto%20del%20gruppo%20Vitali%20che%20riqualificher%C3%A0%20il%20Padiglione%201%20e%202%20del%20Portello.php
    E non è esattamente lo stesso.

    "Mi piace"

Lascia un commento